Stromboli
Presenta due aree crateriche poste ad una quota di circa 700-750 m, una centro meridionale e un’altra settentrionale, con diverse bocche eruttive caratterizzate da attività persistente ormai da diversi secoli (da cui la denominazione di “Faro del Mediterraneo”), conosciuta e classificata come “stromboliana”.
Essa consiste in piccole esplosioni separate tra loro, con lanci di frammenti di lava incandescente, lapilli e ceneri fino a qualche decina o centinaia di metri sopra le bocche. Le esplosioni hanno durata variabile, da qualche secondo a decine di secondi, e sono separate da intervalli che possono variare da minuti a diverse ore.
Durante i periodi di attività più sostenuta, alcune bocche producono un’attività di lancio di brandelli lavici quasi continua (spattering), che talvolta può portare alla formazione di piccole colate di lava intracrateriche.
Sporadicamente si verificano esplosioni di intensità maggiore, i cosiddetti “parossismi”, ben più pericolose rispetto all’abituale attività stromboliana, e durante le quali si possono formare colonne eruttive alte anche fino a qualche Km, con emissione di bombe e blocchi fino a raggiungere l’area sommitale e i fianchi del vulcano stesso. In tempi recenti parossismi più forti sono stati quelli del 1919, 1930, 2003 e gli ultimi due, ravvicinati, dell’estate 2019.

La porzione NW è caratterizzata invece da una depressione a forma di ferro di cavallo, la Sciara del Fuoco, che presenta un’ampiezza massima di circa 2 Km e rappresenta la principale area di raccolta ed accumulo dei prodotti dell’attività recente di Stromboli, estendendosi nella porzione sottomarina fino ad una profondità di oltre – 2500 m.
A NE di Stromboli si erge lo scoglio di Strombolicchio (neck vulcanico), ciò che resta del condotto di un antico centro eruttivo, oggetto di intensi processi erosivi subaerei e marini, e che rappresenta la parte più antica dell’intera porzione emersa dell’isola.
L’evoluzione geologica di Stromboli è avvenuta in prevalenza negli ultimi 100.000 anni, ad eccezione di Strombolicchio che è più antico, ed è stata caratterizzata da periodi di attività ed edificazione dell’apparato vulcanico alternati a periodi di quiescenza, dove l’attività distruttiva ed erosiva ne hanno modellato la morfologia. Allo stato attuale l’attività vulcanica ha sempre origine dai crateri attivi alla sommità della Sciara del Fuoco oppure occasionalmente lungo i fianchi della stessa, a causa di superfici di collasso, fratture o trabocchi lavici dei crateri sommitali.
Fonte: INGV